Rigassificatori, Centrali e Raffineria API. Affollatissima tavola rotonda della Cna

Al fine di garantire un aggiornamento sul tema delle politiche energetiche adottate dalle istituzioni di ogni livello e per capire le opportunità ed i rischi correlati alla realizzazione di un rigassificatore, la Cna ha organizzato martedì 31 maggio una tavola rotonda rivolta al sistema delle imprese, dal titolo “Rigassificatore, centrali e raffineria Api”.
La sala conferenze della pinacoteca francescana di Falconara Marittima ha visto la partecipazione di oltre cento imprenditori e anche alcuni cittadini interessati ad approfondire l’attualissima tematica attraverso le posizioni dei vari enti coinvolti: Regione, Provincia e Comune.
Sul tavolo dei relatori, coordinati dal direttore provinciale Cna Otello Gregorini, l’amministratore delegato Api Giancarlo Cogliati, il sindaco di Falconara Goffredo Brandoni, il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, l’assessore provinciale alle politiche ambientali ed energetiche Marcello Mariani, il presidente della IV Commissione Consiliare Ambiente della Regione Enzo Giancarli.
Nell’introdurre, Gregorini ha spiegato che “Il mondo delle imprese è interessato a capire non solo le questioni legate al rigassificatore, ma tutto il futuro legato all’Api e alla sua attività strettamente correlata con l’economia del territorio, l’occupazione, l’ambiente, la sicurezza, il piano energetico. Insomma, il tema va ragionato a tutto tondo”.
Cogliati, dopo aver fatto una breve panoramica sul sito industriale e sulla situazione economica nazionale ed internazionale legata al petrolio, ha assicurato che “la realizzazione di centrali e rigassificatori non comporta alcun rischio legato alla sicurezza e che invece garantirebbe posti di lavoro (circa 80 unità) difficilmente garantibili senza riconversione dell’attività del sito industriale”.
Dissentendo dalla posizioni della Provincia, ha ribadito che “l’Api intende garantire rispetto dell’ambiente, occupazione e sviluppo e che a suo parere “il futuro sarà ancora legato, a lungo, alle fonti tradizionali di energia”.
Decisamente contrario il sindaco Mangialardi, secondo il quale “le scelte delle singole amministrazioni interessano il territorio nella sua complessità”. Dichiarando di parlare a nome di 17 comuni, Mangialardi ha ribadito che “non può esistere su un territorio che dichiara di avere ormai superato la sua vocazione turistica in quanto è territorio turistico a tutti gli effetti, un’azienda quale l’Api”. In quanto alle questioni legate alla sicurezza, secondo Mangialardi sono “relative, nel senso che qualora accadesse qualcosa si andrebbe a compromettere l’intero territorio considerato su area vasta”.
Brandoni, favorevole “perché dire no al rigassificatore significa gettare Falconara nel degrado più assoluto”, ha ricordato che “il Comune non ha voce in capitolo, in quanto al Tavolo della Conferenza dei Servizi il parere di Comune, Provincia e Regione non è vincolante. Al Tavolo siedono infatti quattro Ministeri: Sviluppo Economico, Ambiente, Salute e Interno”. Brandoni ha dichiarato di credere nelle istituzioni e che “i ministeri solo dopo attenti e approfonditi studi hanno dato il via libera all’autorizzazione”.
“Il Comune condivide il piano energetico – ha detto il sindaco di Falconara – e la salute sta al primo posto, ma se gli impianti rispettano i termini di legge in merito alla sicurezza, allora vanno portati avanti”.
Meno ottimista l’assessore provinciale Mariani, secondo il quale “anche i ministeri possono sbagliare a danno della salute dei cittadini”.
Mariani ha dichiarato che “è impossibile agire e prendere decisioni in totale assenza di un piano energetico su scala nazionale” e pur concordando con le parole dell’ad Cogliati riguardo alla situazione del settore energetico nell’ambito dell’economia, ha ricordato che “si deve ragionare a lungo periodo sulle fonti rinnovabili che garantirebbero ancor più l’occupazione, a partire dalla necessaria opera di bonifica del sito Api”. Secondo Mariani “la questione è semplice: o si scelgono le rinnovabili o si scelgono le fonti fossili, spazio per entrambe non ce ne è”.
A parere di Giancarli, “la Regione parte dalla necessità di avere un quadro preciso della programmazione energetica nazionale. Vista l’assenza di un piano nazionale ci si riferisce allora al Pear. A tale proposito la Regione ha chiesto il rinvio della conferenza dei servizi di maggio e intanto ha istituito un gruppo di lavoro tecnico”.
Per finire, la Cna, che con tale tavola rotonda ha consentito alle imprese di conoscere le varie posizioni al fine di poterne prendere una propria, ha fatto sapere che entro breve si consulterà con i propri imprenditori per poter assumere e dichiarare un orientamento in merito.

 

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