RAPPORTO TrendMarche 2012/I: il 2012 l'anno più nero, ma il sistema regge

di DANIELA GIACCHETTI

Presentato in Regione il Rapporto TrendMarche 2012/1, Osservatorio su Artigianato e Piccola Impresa, realizzato da Cna, Confartigianato, Università Politecnica delle Marche, Università di Urbino e Ubi Banca Popolare di Ancona.

Nel report illustrato dai professori Ilario Favaretto (Università di Urbino) e Gian Luca Gregori (Politecnica delle Marche) e dal direttore della Bpa – gruppo Ubi Dott. Nunzio Tartaglia, si considerano le dinamiche economiche della prima metà del 2012. Erano presenti anche i Presidenti regionali della Cna (Renato Picciaiola) e della Confartigianato (Salvatore Fortuna) e il direttore del Centro Studi Sistema Cna Giovanni Dini.

Il 2012 è l'anno più difficile per il sistema economico italiano dal dopoguerra in poi. L'edilizia è il comparto che tira la crisi. Ma il Sistema Paese ha retto e può farcela: innovazione e mercati esteri la ricetta per restare a galla; no a nuove costruzioni, sì alle ristrutturazioni; lotta alla burocrazia e maggiori semplificazioni per aiutare le imprese. Questo, in estrema sintesi. Ma entriamo nel dettaglio.

L’Osservatorio TrendMarche presenta le dinamiche di fatturato, investimenti e costi sulla base di un campione rappresentativo delle imprese con meno di 20 addetti. All’analisi congiunturale è associato un focus sul tema della burocrazia e delle liberalizzazioni.

 

Il trend dell’economia regionale.

L’edilizia sempre più giù. Uno tra i settori in cui la crisi si avverte con maggior gravità è quello delle costruzioni: per rilanciare il mercato immobiliare il direttore della

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Bpa Tartaglia ha proposto alla Regione Marche la costituzione di un fondo di garanzia per l’acquisto di case da parte di giovani lavoratori con contratto a tempo determinato. Una dotazione di 2 milioni di euro consentirebbe al fondo di favorire almeno mille operazioni di compravendita con l’effetto di contribuire al rilancio del settore e alla ripresa dell’ampio indotto che attorno ad esso gravita. Rimarcato il “no” a nuove costruzioni, che resterebbero invendute, sì invece a ristrutturazioni, settore che, grazie anche agli incentivi statali, può garantire una ripresa.  

La tendenza generale delineata dal rapporto è di una ulteriore diminuzione del fatturato, che cala del 13% rispetto allo stesso semestre dell’anno prima e tocca il livello più basso registrato da TrendMarche dopo l’avvio della crisi. La nuova fase di ridimensionamento della domanda non riguarda, però, la componente estera del fatturato che, nel primo semestre 2012 registra un aumento del 6,4%. Il ridimensionamento del fatturato complessivo si accompagna a un deciso ridimensionamento degli investimenti: -38,1% per quelli complessivi; -8,2% quelli in macchinari e impianti. L’indicatore di livello degli investimenti complessivi è arrivato a 38,5 e cioè ben al di sotto di quello registrato all’inizio della fase di crisi.

Secondo il prof. Favaretto, “la ripresa deve essere guidata dagli investimenti prima che dai consumi, perché si dovrà trattare di una ripresa diversa da quelle precedenti, sostenibile ed equilibrata, orientata ad un modello di benessere dove sprechi e inefficienze non devono avere più spazio”. Altre vie d’uscita: innovazione e mercati esteri, vero investimento sul futuro.

 

Burocrazia: il settore pubblico frena lo sviluppo.

Questo l’argomento trattato dal prof. Gregori che ha ricordato come l’Italia sia al penultimo posto nella classifica degli Stati più favo­revoli al “fare impresa” dell’UE seguita solo dalla Grecia e che non si trovano soluzioni nel difficile rapporto tra pubblica amministrazione e imprese a problemi come l’eccessiva produzione normativa, la ridondanza delle procedure ammi­nistrative, le inefficienze organizzative, la carenza di una gestione manageriale degli uffici pubblici, l’arretratezza tecnologica delle amministrazioni, la mancanza di stan­dardizzazione delle procedure.

Un’indagine empirica su 210 imprese marchigiane indica che la presenza del titolare nell’attività burocratica si riscontra nel 24% dei casi, che i costi per adempimenti burocratici ammontano a una quota del fatturato compresa tra l’1% e il 3% in oltre un quarto delle aziende, che l’onere dei costi burocratici è aumentato negli ultimi tre anni per quasi la totalità delle imprese.

“Gli atteggiamenti burocratico-amministrativi – ha dichiarato il prof. Gregori – sottraggono tempo strategico al piccolo imprenditore che ha invece necessità di essere presente nel mercato”.

 

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