Misure anticrisi, siamo fuori strada! Le imprese rischiano di non farcela

di OTELLO GREGORINI

Direttore CNA Provincia Ancona

0-IMG_7749Il nostro Paese sta vivendo senza ombra di dubbio una fase complessa e delicata. Sono difficoltà che arrivano da lontano e che aggravano lo stato di crisi.

Il sistema produttivo, e in particolare la piccola impresa, ricorderanno questo 2013 come l’anno peggiore. L’attuale governo ha fatto alcune cose, ha provato a farne altre, ma non è riuscito a mettere in campo azioni incisive e se non ci riuscirà con la futura legge di stabilità, perderà la sua ultima opportunità di agganciare la fase di ripresa avviata in Europa. Se ciò si verificasse, la responsabilità ricadrebbe totalmente sulla politica e in particolare su chi, nei fatti, non permette di realizzare riforme e di prendere scelte importanti e decisive.

Le larghe intese da un lato e la mancata modifica della legge elettorale dall’altro stanno provocando una situazione di blocco, un certo immobilismo, quando non addirittura compromessi ben poco condivisibili dal nostro punto di vista. Non vi è infatti alcun dubbio che, malgrado il tanto parlare dell’impatto della crisi sulle pmi, gli atti compiuti, se escludiamo il comparto edile, non hanno nemmeno sfiorato il sistema delle imprese, soprattutto se pensiamo alle decisioni prese in tema di tasse e lavoro. Noi continuiamo a sollecitare con tutte le nostre forze ad ogni livello istituzionale un intervento sul costo del lavoro a favore di imprese e lavoratori, senza il quale la ripresa è persa. Sul fronte tasse l’azione del governo è stata invece totalmente inadeguata. Per certi versi, scandaloso il modo in cui si è risolta la questione IMU: pagano le imprese e vengono esentate ville e immobili di pregio se prima casa; si continua a cincischiare sull’IVA, quando tutti sappiamo che l’unica via percorribile è ridurla (non certo allungare i tempi dell’aumento); per non parlare poi della TARES: chi ci governa ha forse sottovalutato questo provvedimento, ma ipotizzare aumenti del 50% e del 20% di questo prelievo mina la tenuta non solo delle imprese, ma del Paese tutto.

Attenzione! Perché la corda è così tesa che ha iniziato a sfilacciarsi. All’impresa interessa limitatamente dove va il prelievo, si preoccupa invece molto del fatto che aumenta. Insomma, il 2013 è l’anno peggiore dall’inizio della crisi e in tutta risposta aumentiamo le tasse in modo così pesante? Credo sia meglio che chi di dovere rifletta bene, prima di oltrepassare la

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