"Il tempo è scaduto! La politica faccia, o lasci"

di DANIELA GIACCHETTI

ANCONA – Il quadro congiunturale si dimostra ogni giorno più severo e il peggio deve ancora arrivare. In questa situazione difficile, le imprese si dimostrano sempre più preoccupate tanto che le associazioni di categoria, unitariamente, hanno presentato al governo una serie di proposte concrete, che possono essere discusse e integrate. Ma ad oggi, non c’è stata alcuna reazione e nessun dialogo è stato aperto.

Questo immobilismo, tanto dannoso che ormai la fiducia nel nostro paese sta velocemente diminuendo, ha spinto tutte le associazioni di imprese (Abi, Ania, Alleanza delle Cooperative, Confindustria e Rete Imprese Italia) ad inviare una lettera al presidente Berlusconi per chiedere risposte e un confronto sul Decreto Sviluppo.

“Il ritardo che stiamo accumulando sul fronte del rilancio della crescita e della credibilità – si legge nel testo – sta costando moltissimo in termini di occupazione, valore dei beni e dei risparmi delle famiglie, investimenti e valore delle imprese”.

“L’Italia ha mezzi, risorse, intelligenze per risalire la china ma il tempo è scaduto”, incalzano all’unisono Marco Tiranti e Otello Gregorini, presidente e direttore della Cna provinciale di Ancona, che proseguono: “A questo punto è necessario che il Decreto Sviluppo contenga misure strutturali, concrete e credibili, che diano un chiaro segnale di inversione di marcia, in assenza rischierebbero di essere vanificati gli sforzi fatti fino ad oggi in ordine alla tenuta dei conti pubblici”.

Insomma, è un chiaro “basta alla politica del non fare” e un forte appello ad unire le forze per superare questa difficilissima fase. Le imprese non possono davvero più attendere.

“D’altra parte – ricordano il presidente e il direttore della Cna provinciale di Ancona – anche il presidente Napolitano ha lanciato un appello affinché ciascuno faccia la sua parte e riconoscendo che le imprese stanno già facendo molto. Napolitano individua nel mondo imprenditoriale un ruolo propositivo e chiede lungimiranza alle forze politiche e sociali indicando anche la necessità di impellenti scelte di riforma strutturale e di stimolo alla crescita”.

“Non è più tempo per le mezze parole – insistono Tiranti e Gregorini – il governo sta solo perdendo tempo e paradossalmente siamo di nuovo ai condoni. Se non ce la fa, che lasci e si vada alle dimissioni”.

Le questioni da affrontare con priorità secondo le associazioni di imprese, sono: spesa pubblica e riforma delle pensioni, riforma fiscale, cessioni del patrimonio pubblico, liberalizzazioni e semplificazioni, infrastrutture ed energia.

“Se nei prossimi giorni non ci verranno date risposte – concludono Tiranti e Gregorini – ci attiveremo con ogni forma di protesta ritenuta necessaria per difendere le nostre imprese e lo faremo unitariamente, insieme a tutte le altre associazioni”.

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