Piccole e medie imprese in fibrillazione dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del provvedimento sulle fonti energetiche rinnovabili. Ci va giù dura l’Unione Impianti della Cna, ritenendo che con le modifiche apportate, di fatto il provvedimento mette a rischio tutte le imprese legate al settore delle energie alternative, con enormi danni legati all’occupazione, all’indotto ed in generale a tutta l’economia locale.
Ne parliamo con Giuseppe Maddaloni, responsabile provinciale Cna Impianti.
Perché siete così contrari alle modifiche apportate dal Governo in tema di energie rinnovabili?
“Perché con la revisione degli incentivi da parte del governo centrale, tutte le imprese che lavorano nel settore del fotovoltaico rischiano di entrare in crisi e sono centinaia le persone che direttamente o indirettamente sono legate a questo comparto. A livello locale sono tanti i professionisti che hanno investito la propria esperienza e professionalità in questo lavoro: progettisti, impiantisti ed edili compongono infatti un solido ed importante tassello della nostra economia”.
Da cosa dipende il clima di incertezza che la Cna sta denunciando?
“Dal fatto che fino al 30 maggio imprese e famiglie conoscono quali e quanti sono gli incentivi pubblici messi a disposizione per il settore delle energie alternative, ma dal 1° giugno non ci sarà più questa certezza. E’ proprio lo schema del decreto stesso che va a creare un clima di precarietà nell’intero comparto delle energie rinnovabili e che rischia quindi di paralizzare tutti gli interventi in questa direzione”.
Quali sono i soggetti che a vostro avviso subiranno i danni maggiori?
“Ad essere penalizzate sono tutte le imprese del settore che non riescono a quantificare ai privati gli incentivi riservati per l’installazione di pannelli fotovoltaici e che si vedono negare per questo clima di estrema incertezza anche i finanziamenti erogati dagli istituti bancari. Le imprese si trovano nell’impossibilità di effettuare investimenti, impedendo così uno sviluppo ed una crescita omogenea delle aziende, anche nel medio termine. Danni a cascata poi su uno dei comparti in ripresa, ovvero l’edilizia legata all’efficienza energetica”.
La programmazione è quindi determinante in questo settore?
“Assolutamente sì: il settore delle energie alternative ha proprio bisogno di una programmazione, che consenta agli imprenditori di investire nel lungo periodo. Questo decreto impedisce ai clienti che vogliono richiedere un impianto fotovoltaico di sapere chiaramente quali sono gli incentivi messi in campo, bloccando fin da subito qualsiasi trattativa commerciale”.
Le soluzioni?
“E’ assolutamente necessario che venga confermato per i 14 mesi previsti l’attuale meccanismo incentivante e che per il futuro si intervenga contro la speculazione senza penalizzare quei piccoli interventi utili alle imprese e all’ambiente. È incredibile che nel Paese del sole non si riesca a sfruttare questa enorme potenzialità, specie se si considera che ad oggi a livello nazionale il fotovoltaico ha prodotto in maniera pulita tanta energia quanto quella prodotta da due centrali nucleari”.