Eutanasia di un comparto: costruzioni KO col patto di stabilità

Aumento delle tasse, contenimento della spesa attraverso tagli che stanno deprimendo tutta l’economia, e non solo. La manovra finanziaria contiene anche un duro colpo alle spalle di uno dei più importanti settori: quello delle costruzioni e dell’impiantistica, ora decisamente a rischio collasso.

La reiterazione delle norme relative al Patto di stabilità  mette in grave crisi un comparto già in fase di recessione e sta obbligando le comunità locali ad una paralisi dell’attività, eliminando, di fatto, l’unico sbocco possibile per una ripresa di un settore che nella nostra provincia è costituito da 1.500 imprese dell’edilizia e 680 dell’impiantistica, con circa 6000 addetti, e senza contare l’indotto.

Il patto di stabilità non solo impedisce gli investimenti degli enti locali per realizzare opere infrastrutturali, manutenzioni del patrimonio edilizio, e lavori di ammodernamento dell’arredo urbano, ma soprattutto rimanda i pagamenti verso le imprese che hanno svolto lavori per la pubblica amministrazione.

Di conseguenza, un’impresa che nel 2010-2011 ha realizzato opere edili, ha acquistato materiale, utilizzando il conto corrente per pagare contributi e i salari delle maestranze, riceve la richiesta di rientro dei conti correnti dalle Banche, intimazioni di pagamento dalle aziende creditrici e richieste da EquiItalia, e il diniego dei Comuni a far fronte agli impegni presi. Insomma: è costretta a fallire.

L’Unione Costruzioni della Cna denuncia questa grave situazione e chiede alle amministrazioni locali, alle forze politiche e sociali di intervenire con forza per la rimozione di tale vincolo.

L’Unione sta organizzando inoltre una grande manifestazione nazionale del comparto per sostenere la richiesta di rimodulazione di tale provvedimento.

 

GIUSEPPE MADDALONI – Resp.le CNA Unione Impianti Provincia Ancona

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