FABRIANO – Apprendiamo che la Giunta Regionale ha intenzione di mettere finalmente mano alla rimodulazione dell’Accordo di Programma: Bene! A patto che si dia finalmente ascolto a quanto in questi anni le associazioni di categoria della piccola impresa, come la CNA, hanno più volte detto.
La CNA di Fabriano è convinta che l’Accordo di Programma debba essere completamente riscritto partendo dall’implicito che bisogna cambiare verso al sistema produttivo del territorio tenendo conto delle particolarità del tessuto industriale della nostra città, di quello che è il suo background produttivo e aziendale altrimenti si rischia l’inefficacia come è successo con le precedenti versioni. Bisogna mettere al centro degli interventi futuri le imprese, soprattutto le piccole, e non rifare l’errore di metterci soltanto la preoccupante situazione occupazione. Come ormai è dimostrato dall’evidenza bisogna farsi carico della realizzazione di un modello economico assolutamente diverso da quello che ha governato Fabriano in tutti questi anni.
Quindi siamo contrari ai mega investimenti pubblici concentrati in una o poche grandi imprese, al contrario siamo favorevoli al sostegno degli investimenti privati diffusi fatti dalle piccole aziende che vogliono innovare per competere e che investono sul territorio e non delocalizzando le loro produzioni. Occorre puntare a creare nuova e diffusa “buona occupazione”, che significa non solo lavoro dipendente, ma anche sostegno alle start up, attraverso un progetto specifico, gestito in collaborazione con le associazioni artigiane e sindacali, che preveda il rilancio di competenze, con la formazione, la consulenza, il tutoraggio e il sostegno finanziario alla fase d’avvio di nuove imprese. Inoltre siamo anche favorevoli a nuovi strumenti finanziari che diano l’opportunità all’amministrazione comunale di rendere appetibile il nostro territorio alle imprese che vogliano insediarvisi con interventi specifici ed innovativi.
Ma anche sostenere e supportare quelle piccole e medie imprese che con tanta fatica stanno cercando di uscire dalla crisi e da un modello di sviluppo che ha segnato il passo in maniera definitiva. Ci sono esempi di aziende che stanno lottando per innovare, intercettare nuovi mercati e nuovi clienti, è su queste che l’Accordo di Programma dovrebbe investire per costruire una base solida da cui ripartire: queste aziende necessitano di un supporto adeguato e di misure specifiche che nella rimodulazione dell’Accordo di Programma si dovrebbe tenere conto.
Quella che proponiamo è una crescita “culturale” delle piccole imprese più che dimensionale; le piccole imprese hanno necessità di crescere sotto il profilo della gestione dell’impresa, il che significa strutturare dei “servizi per la crescita” (marketing, finanza, organizzazione, internazionalizzazione), associarsi e costituire reti e filiere per superare il gap dimensionale e competere meglio, qualificando i prodotti, migliorando la penetrazione dei mercati e qualificando i processi produttivi. Questo deve essere a corollario di ogni intervento sia esso di sostegno alle imprese esistenti che alle start up.
CNA ZONA FABRIANO