Santini prende le redini della CNA sul cammino tracciato da Gregorini
di DANIELA GIACCHETTI
A sx il nuovo direttore provinciale CNA Massimiliano Santini e a destra l’ex direttore Otello Gregorini (Foto Gabriele Moroni – Senigallia)
ANCONA
L’assemblea elettiva della Cna provinciale di Ancona, conclusasi domenica scorsa, ha sancito la nomina di Massimiliano Santini a nuovo direttore provinciale Cna. Succede a Otello Gregorini che, entrato giovanissimo nella confederazione, ha poi svolto questo massimo incarico per ben 19 anni.
Il cambio al vertice è una svolta nel segno
della continuità: Santini prende infatti le redini della Cna sul buon cammino tracciato da Gregorini.
L’assemblea provinciale, che ha concluso l’anno dei congressi, ha fatto il punto della situazione economica in cui versano le pmi, alle prese con le conseguenze delle lancinanti ferite prodotte dalle dinamiche economiche internazionali nel territorio provinciale, fortemente provato in ogni settore: dal manifatturiero in balìa dei Paesi low cost ed appannaggio delle ambizioni dei grandi gruppi industriali, al commercio e servizi, fiaccati dalla stagnazione dei consumi; dall’edilizia, stretta nella morsa del credit crunch, all’ambito turistico, che stenta ad affermare l’immenso patrimonio artistico, culturale, paesaggistico, enogastronomico nel panorama internazionale.
Temi che presentano ancora intrecciati nodi irrisolti, oggetto di buoni propositi e celebrate enunciazioni mai tradotti nei fatti, solo approcciati con timidezza, sviati, rimandati o magari rinominati. Pertanto la Cna, in sede di assemblea, ha denunciato per l’ennesima volta la propria insoddisfazione per la conclamata e ostinata inerzia della politica, precisando che “la pazienza non può essere infinita”.
“Sebbene la direzione sia quella giusta – ha detto il presidente Marco Tiranti – le ansiose aspettative riposte sulla manovra restano sostanzialmente disattese, poiché essa doveva essere la rampa di lancio per far riprendere quota al nostro Paese, l’unico nel panorama europeo che stenta ancora a ripartire e che conta nei 9 mesi del 2013 il fallimento di una impresa ogni due ore, ovvero 50 al giorno, per un totale di oltre 10.000 attività, con un incremento del 10% rispetto agli scorsi anni e un +53% negli ultimi 4 anni. Tutto ciò accade mentre si registra l’esistenza di 7.800 società municipalizzate, cresciute dell’8% in due anni e i cui 19.000 consiglieri costano 15 mld di euro”.
“Ci proiettiamo con forza verso la politica – ha aggiunto il nuovo direttore Massimiliano Santini – per chiedere più tagli e meno prelievi. Ci domandiamo se sia proprio vero che non vi sono margini di manovra per recuperare qualche miliardo ed incrementare la consistenza del provvedimento in esame o se invece questa classe politica continua colpevolmente a ritenere inviolabili gli 800 mld di spesa pubblica, di cui la previdenza e la sanità assorbono circa il 55%, e quest’ultima è cresciuta nell’ultimo quinquennio del 50%. E’ stato fatto ben poco per recuperare i 170 mld di evasione stimata tra fiscale (120 mld) e contributiva (50 mld), si continua a tollerare i supposti 30 mld di costi burocratici a carico delle imprese, rispetto ai quali ad esempio il ritardo nell’applicazione della banda larga (ultimi in Europa) ci costa 1 mld al mese, più dell’imu sulla prima casa e dell’incremento dell’iva, bloccando al contempo 700.000 posti di lavoro potenziali nel campo
informatico”.
“Purtroppo – ha concluso Santini – si continua a navigare a vista accettando, come fatto ormai acquisito, il fardello inviolabile dell’elefantiaca macchina pubblica, che a nostro avviso andrebbe profondamente svecchiata e riformata, puntando su concetti che in tale ambito potrebbero sembrare sorprendentemente innovativi, ma che sono il pane quotidiano delle nostre aziende, come l’efficientamento e la meritocrazia. Basta sprechi, corruzioni, ruberie, malversazioni di ogni genere e a tutti i livelli istituzionali. Rischiamo di deteriorare
inesorabilmente l’immagine del Paese nel mondo, per cui riteniamo che sia giunto il momento di darci un taglio netto, recuperando l’etica, che è fatta di amor proprio e senso civico”.