FABRIANO – Siamo all’epilogo della lunga e dolorosa vicenda legata alla crisi della Antonio Merloni Spa. Nel prossimo mese di gennaio, banche permettendo, l’azienda che è stata la più grande “contoterzista europea del bianco” passerà, per una manciata di milioni, nelle mani di Giovanni Porcarelli della QS Group con un piano industriale, che, per quanto apprendiamo dai giornali, non ci risulta molto chiaro dove si parla di un generico impegno a riassumere nei prossimi tre anni circa 700 lavoratori.
Nessuna parola è stata proferita, né dai commissari governativi né dalla nuova proprietà, sul ruolo che verrà riservato ai vecchi fornitori della A. Merloni, che tra revocatorie e mancati pagamenti sono senza alcun dubbio quelli che hanno e stanno pagando il prezzo più alto di tutta questa vicenda.
Pur con tutta l'umana comprensione per gli ex dipendenti della Antonio Merloni e per le loro vicende umane e lavorative, ci sembra opportuno chiedere: perché in tutta questa vicenda le imprese fornitrici non sono mai state chiamate al tavolo di concertazione e nelle trattative che sono intercorse in questi anni? Quali colpe debbono scontare questi imprenditori, le loro aziende e le loro maestranze?
Nei mesi scorsi avevamo affisso un manifesto nel quale ponevamo delle domande precise su quale sarebbe stato il futuro riservato alle aziende fornitrici del gruppo Merloni, a tutt'oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta, né dai commissari tanto meno dalle istituzioni.
Continuiamo a chiederci: in che misura verranno pagati i crediti vantati dalle aziende fornitrici della Antonio Merloni Spa? Le vendite che sono state fatte sono capaci di soddisfare in tutto o in parte le richieste dei fornitori? Quale sarà il ruolo che avranno le PMI nel nuovo progetto industriale? Ci sarà nell'accordo di programma un piano di aiuti verso queste imprese ed i loro dipendenti?
I nostri dubbi riguardano soprattutto il futuro di questa città, visto che non vediamo a tutt'oggi segnali concreti e attenzione verso il mondo delle piccole imprese fabrianesi che a volte si sono giocate tutto pur di onorare gli impegni assunti con l'A. Merloni ed oggi vivono una situazione drammatica sia a livello aziendale che personale, aggravata ulteriormente dalle revocatorie fatte dai commissari delle somme percepite nei mesi antecedenti il commissariamento.
Chiediamo che la nuova proprietà e le istituzioni almeno si confrontino con chi per anni ha servito con professionalità e puntualità le aziende maggiori del territorio creando benessere e occupazione.
Per quanto ci riguarda questo aspetto è fondamentale e non può essere sottaciuto, bisogna dare una nuova opportunità a queste aziende, chiediamo che le risorse previste dall’accordo di programma vengano impiegate per lo stimolo alla crescita, creando posti di lavoro e non mera assistenza che in prospettiva non risolverà nulla, bisogna fare un minimo di giustizia in una vicenda che ha sollevato molte perplessità ed aiutare il nostro territorio a risollevarsi dalla crisi in cui è piombato.
CNA E CONFARTIGIANATO FABRIANO