Tfr, NO ad interventi che tolgono liquidità alle imprese

Massimiliano Santini*
 
Sulla riforma del Tfr la posizione della Cna è chiara: NO ad interventi che tolgano liquidità alle piccole imprese. Richiesta, tra l’altro, accolta dal premier Renzi, quando in conferenza stampa ha detto: “Tfr in busta paga solo se le pmi saranno garantite dai sistemi bancari, sistemi di garanzia o di credito agevolato”.
E’ bene ricordare che la decisione di trasferire parte del Tfr in busta paga colpirebbe il sistema produttivo marchigiano più di quello di ogni altra regione, perché nelle Marche le imprese sotto i 9 addetti sono il 94% di tutte le imprese iscritte alle Camere di Commercio e sono proprio loro a subire maggiormente la crisi di liquidità, al punto da rivolgersi ai Confidi per pagare tasse e tredicesime.
Alla Cna comunque, è cosa nota, non piace iscriversi al “partito del no” e l’associazione è sempre disponibile a mettere tutto in discussione, pur di rilanciare i consumi e la domanda interna. Quello che abbiamo fatto sull’argomento Tfr è stato porre una sola, netta condizione: che la soluzione non rappresenti un ulteriore aggravio per le imprese. Una parte consistente dell’importo totale del Tfr in Italia è infatti di competenza delle piccole imprese. E, al momento, non ci sono le condizioni perché la miriade di pmi possa sostenere un richiesta del genere.
Per quanto riguarda il Job Acts, siamo possibilisti, a patto che non produca nuovi costi a carico delle pmi, mentre chiediamo di accelerare l’approvazione dei decreti attuativi della riforma fiscale.
La riforma del lavoro non deve provocare nuovi costi per le piccole imprese e, in materia di ammortizzatori sociali, non si dovranno prevedere interventi di ‘taglia’ sproporzionata per le pmi.
 
* Direttore CNA Provincia Ancona
 

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