Il lavoro abusivo avvelena la società. Fermiamolo insieme! Scegliamo la legalità, la salute e la professionalità” è il messaggio affidato a 30.000 locandine e manifesti che verranno distribuiti ad imprese e cittadini della provincia di Ancona. E’una delle azioni previste dalla campagna di sensibilizzazione promossa da Cna e Confartigianato contro il dilagare del fenomeno.
Secondo le stime delle Associazioni in Provincia di Ancona il valore aggiunto del sommerso ammonta a 1.562 milioni di euro pari al 10,8% del PIL e sarebbero 20.500 gli occupati irregolari, quota che corrisponde ad un tasso di irregolarità (rapporto tra occupati irregolari e totale occupati) dell’8,6%.
L’iniziativa è stata presentata dai vertici provinciali delle due associazioni di categoria, Giorgio Cataldi e Valdimiro Belvederesi, Segretario e Presidente Confartigianato, Otello Gregorini e Marco Tiranti, Direttore e Presidente Cna, Marzio Sorrentino vicedirettore Cna e Gilberto Gasparoni Responsabile Sindacale Confartigianato.
Il fenomeno dell’abusivismo e del sommerso ha assunto dimensioni allarmanti e interessa quasi tutti i principali settori economici. Chi svolge un’attività abusiva, non ha requisiti minimi di professionalità, non esegue un lavoro a regola d’arte e mette a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini. Chi svolge un’attività abusiva, non paga le tasse, non versa contributi INPS e INAIL, non rispetta contratti di lavoro né leggi sull’ambiente, espone a rischi chi si avvale dei suoi servizi ed esercita una forma di concorrenza sleale nei confronti di tante imprese che operano nella legalità, mettendone a rischio la sopravvivenza.
Confartigianato e Cna hanno già chiesto un incontro con il Prefetto, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate per illustrare l’impegno che si sono date le due associazioni e fornire massima collaborazione. Istituiti anche due indirizzi mail per informazioni e segnalazioni: lottabusivismo@confartigianato.an.it tel. 071.22931 – lottabusivismo@an.cna.it tel. 071.286081.
Occorre anche sottolineare che accanto a persone che operano nella totale illegalità per sfuggire agli obblighi fiscali e tributari in modo da aumentare i margini di profitto
ce ne sono altre invece che in questo momento di crisi non riescono a sostenere una pressione fiscale sempre più elevata. Oltre alla pressione fiscale si entra nel tunnel dell’irregolarità anche a causa di altri fattori, ad esempio per carenza di liquidità finanziaria dovuta alla sempre maggiore difficoltà di accesso al credito o alla complessità degli adempimenti burocratici.
Tutto questo oltre che produrre povertà nel territorio, sta facendo sì che il fenomeno del lavoro nero si sviluppi con dimensioni esponenziali, provocando danni a quelle imprese che con le unghie e i denti stanno tentando di resistere ad una crisi senza precedenti rispettando con enorme fatica provvedimenti sempre più penalizzanti. Per questo occorre intensificare i controlli dandosi però delle priorità perché è ingiusto accanirsi verso soggetti che operano alla luce del sole quando ci sono imprese fantasma completamente sconosciute al fisco.
Vogliamo, inoltre, sottolineare come sia assolutamente necessario in questa fase puntare su crescita e sviluppo: senza politiche economiche capaci di creare nuove opportunità per le imprese e nuovo lavoro non sarà possibile uscire dal tunnel. Pensiamo che la prima azione da compiere sia abbassare da subito la pressione fiscale, giunta ai limiti di guardia, utilizzando i proventi derivanti dall’azione di recupero di evasione ed elusione.
GLI UFFICI STAMPA:
PAOLA MENGARELLI (CONFARTIGIANATO)
DANIELA GIACCHETTI (CNA)