Salvare l'Edilizia per salvare il Paese. Manifestazione regionale

di DANIELA GIACCHETTI

Li hanno chiamati “Stati Generali dell’Edilizia”. E in effetti vedere insieme per la prima volta Imprese, Ordini delle Professioni tecniche e Sindacati non capita tutti i giorni. Ma la crisi soffia forte e miete vittime in tutti gli ambiti. Per questo si è deciso di fare fronte comune e convocare per domani, lunedì 19 marzo ad Ancona, ore 9.00, una manifestazione regionale davanti alla Regione Marche.
Alla base della protesta il quadro a tinte fosche in cui trova collocazione il settore: le Marche, rispetto alle altre regioni, stanno subendo conseguenze pesantissime; nelle province di Ancona e Ascoli, ad esempio, non si contato le imprese che chiudono i battenti.
In base ai dati Cna Marche, sono 434 le imprese che negli ultimi due anni hanno chiuso, di queste 270 sono artigiane. Nel primo trimestre del 2011 si era registrato un aumento della cassa integrazione del 43% rispetto all’anno prima. Ad oggi le cifre indicano un calo del 18,5%, ma non per una ripresa economica, quanto mai lontana, ma perché ormai sono tante le aziende che hanno chiuso. Si registra il 30% in meno di commesse e appalti pubblici.
Ad essere chiamato in causa è il sistema creditizio che incasella il settore in una “black list” quando invece servono risorse per far ripartire l’economia.
Altra nota dolente, la deregulation della gare al ribasso, un gioco al massacro: la media è del 36% ma si è verificato un caso record del 64%.
Anche tra i professionisti il disagio è diffuso: architetti, geologi e geometri non hanno ammortizzatori sociali e anche nel loro ambito, soprattutto per quanto riguarda i giovani professionisti, le conseguenze della difficile congiuntura economica si fanno sentire.
Il settore, unitariamente, chiede una semplificazione delle norme perché un’eccessiva burocrazia è una palla al piede; ritiene necessario puntare su politiche di riqualificazione urbana che potrebbero fare da volano per tutto il settore, dal recupero degli edifici, agli interventi per la messa in sicurezza antisismica, fino alla bioedilizia.
Per quanto riguarda il Piano Casa, si chiedono modifiche sostanziose.
Scelte forti, insomma, quelle di cui necessita l’edilizia, perché non circola più denaro, le aziende non riescono più a riscuotere dagli appalti e le conseguenze sono cassa integrazione (siamo al 30/35%) e licenziamenti. Nell’edilizia negli ultimi anni si sono persi seimila posti di lavoro.
L’appello conclusivo è rivolto alla Regione e al Governatore Spacca perché si facciano carico delle istanze nei confronti dell’esecutivo nazionale.
L’appuntamento è per domattina: “Salvare le costruzioni per salvare l’economia”. Insomma imprese, lavoratori e professionisti che ora si aspettano risposte chiare.

 

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