Nei giorni scorsi è partito il VI° corso di formazione per “impiantista elettrico” rivolto ai detenuti del carcere di Montacuto.
Il corso, proposto da Cna Ancona e realizzato in collaborazione con Formart, ente di formazione della Cna regionale, ha una durata complessiva di 75 ore di lezioni teorico–pratiche, con lo scopo di far acquisire ai detenuti partecipanti conoscenze e competenze nell’ambito degli impianti elettrici, con alcuni moduli di specializzazione su fotovoltaico e demotica.
“La nostra proposta progettuale ha avuto un gran successo negli scorsi anni, tanto che anche quest’anno le richieste di partecipazione al corso da parte dei detenuti sono state molto numerose – dice Lucia Trenta, segretaria Cna Ancona. Infatti, esso fornisce agli allievi una concreta opportunità di migliorare il proprio bagaglio culturale e di nozioni tecniche, mettendoli in condizione di migliorare la propria situazione una volta usciti dalla struttura carceraria, perché tratta una materia piuttosto richiesta nel mercato del lavoro attuale, in un ambito in cui si richiede sempre maggiore attenzione alle manutenzioni ed ai controlli di qualità degli impianti”.
“Quali docenti esperti – continua Trenta – riproponiamo imprenditori artigiani che ben conoscono le richieste del mercato. Inoltre, la relazione che si instaura tra docenti ed allievi potrebbe in seguito offrire spunto per future collaborazioni, qualora gli allievi intendano cercare un’occupazione in questo ambito lavorativo, una volta usciti dalla struttura carceraria”.
“Il percorso di formazione proposto dalla Cna – conclude la segretaria – parte dal presupposto che il lavoro sia fondamentale come mezzo di risocializzazione, oltre che come fonte di sostegno lecito e che la cultura al lavoro sia una leva fondamentale per la riabilitazione di persone detenute e riteniamo che vada coinvolgendo i detenuti nella riprogettazione della propria esistenza nel corso della detenzione, in vista del dopo in un’ottica della legalità”.
Scopo della Cna con questo progetto formativo è dunque perseguire l’obiettivo di recuperare socialmente la persona detenuta, in quanto l’esperienza formativa teorico-pratica gli consente di utilizzare capacità produttive che altrimenti andrebbero totalmente inutilizzate, prospettare una dimensione di autonomia economica, auto realizzazione e valorizzazione delle proprie capacità, favorendo lo sviluppo e l’affermazione della dignità sociale della persona, infine prevenire, limitandole, situazioni di abbandono, disagio, depressione e devianza.