Reti d’impresa per competere e crescere

La globalizzazione e l’apertura dei mercati impongono l’aumento della competitività delle imprese italiane e questo passa soprattutto attraverso nuove forme di organizzazione in cui le reti d’impresa assumono un ruolo centrale. Ne è convinta la Cna, che ha un duplice obiettivo: diffondere e consolidare le reti d’impresa attraverso strumenti efficaci di politica industriale e sostenere gli investimenti.
Nelle Marche, ed ancor più nella provincia di Ancona, la Cna è stata una vera pioniera di un processo di aggregazione teso a creare sinergie tra imprese, promuovendo la costituzione di diversi progetti di collaborazione tra pmi.
“L’aggregazione d’impresa è uno strumento di grande opportunità per competere sui mercati, sia su quello nazionale che su quelli globalizzati – spiega il direttore provinciale Cna Otello Gregorini – e l’enorme vantaggio di fare rete è quello di mettere in condivisione gli elementi ‘pregiati’ del patrimonio imprenditoriale, come le competenze e le esperienze dei singoli. Nelle Marche noi abbiamo cominciato a muovere i primi passi verso la costituzione di reti d’impresa già diversi anni fa; il lavoro fatto ci porta a dire che il processo che conduce alla creazione di una rete d’impresa si basa sulla fiducia tra imprenditori. Questo è il segreto che ha permesso nel nostro territorio la nascita nel tempo di diverse forme di collaborazione. Nelle Marche, nella provincia di Ancona, dove il legame tra imprenditori è di tipo amicale, abbiamo trovato terreno fertile per cominciare a muoverci in questa direzione”.
Ciò non significa che la strada verso la costituzione di reti d’impresa sia spianata: “E’ indispensabile – continua Gregorini – promuovere ancora di più un necessario processo culturale che sia mirato a combattere le resistenze legate ad un vecchio modo di fare impresa e, al contempo, ad implementare strategie attuali ed efficaci che non trascurino nessuno strumento utile per vincere le sfide sui mercati attraverso la competitività e l’innovazione”.
Un fatto è certo: la necessità dell’intero sistema produttivo di trovare una nuova posizione nell'economia del mondo, trasforma le reti in uno strumento strategico per la crescita economica del Paese. Il tema delle reti, poi, definisce uno spazio di contesto in cui giocano un ruolo cruciale i soggetti della rappresentanza, le amministrazioni, centrali e locali, le istituzioni, le università e gli enti di ricerca, gli istituti finanziari e la loro capacità di agire in modo sinergico e progettuale, mettendo così in moto tutta un’economia che deve fare rete e sistema.
Il nostro Paese ha poche grandi imprese e circa 10mila medie imprese, molto spesso cresciute dentro i distretti attuando processi di verticalizzazione e di internazionalizzazione. Il sistema produttivo manifatturiero è formato nel 97,6% dei casi da micro e piccole imprese. Un modello imperniato sulla capacità produttiva dei sistemi territoriali e impegnato in settori a basso contenuto tecnologico e poco capitalizzato.
Proprio in ragione di questo scenario, le reti possono diventare una risposta al nuovo bisogno di una maggiore ‘dimensione di impresa’. Uno strumento con cui fare quegli investimenti necessari nella produzione di conoscenze e di relazioni per agire sulla nuova scala internazionale, andare a cercare gli interlocutori, i mercati; per sperimentare soluzioni originali, nuove per l'impresa e nuove per il contesto”.
“Va detto – aggiunge il direttore provinciale Cna – che forme organizzative reticolari sono sempre esistite, solo che nella maggior parte dei casi erano informali ed involontarie”.
“In realtà – conclude – il tentativo di realizzare accordi si ‘scontra’ con alcune difficoltà spesso sottovalutate; il problema non è solo quello di realizzare matrimoni, ma di gestire in modo efficace la relazione. Questo comporta un’elevata chiarezza nelle problematiche organizzative, nella scelta del partner, nella gestione dell’aggregazione”.

UFFICIO STAMPA: DANIELA GIACCHETTI

 
 
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