JESI – Dai candidati a sindaco del Comune di Jesi poche idee su artigianato e commercio e la sensazione di programmi elettorali 'fotocopia' che poco entrano nel dettaglio delle problematiche del settore.
E' questa l'indicazione che emerge dall'incontro organizzato lunedì sera a Jesi, nella sala della seconda circoscrizione in via San Francesco, dalle '3C', Confartigianato, Cna e Confcommercio, con i candidati sindaco del Comune. Gli aspiranti alla poltrona di primo cittadino hanno avuto la possibilità di divulgare, nell'intervento iniziale di cinque minuti, i contenuti dei propri programmi per quanto concerne artigianato e commercio.
L'input che le '3C' avevano dato era lapidario e volutamente provocatorio. “Il sostegno, a chi ci sosterrà”, il titolo dell'incontro, un modo per far capire ai candidati sindaco che non è più tempo di parole ma di fatti concreti da parte della politica. Un'impostazione chiara che avrebbe dovuto portare i candidati su un terreno più pragmatico contraddistinto da proposte nette quale frutto di una nuova politica in grado di intercettare le drammatiche esigenze del momento. Cittadini, artigiani e commercianti, che erano una maggioranza silenziosa impegnata nell’ascolto, si sono invece trovati di fronte ad una sequenza di programmi molto simili gli uni con gli altri.
E' sembrato che i candidati si siano soprattutto marcati stretti rincorrendosi su un terreno poco fertile dove non sono stati gettati semi per una ripresa ma solo poche idee sparse e poco organiche. Alla luce di quanto emerso le '3C' non possono esimersi dall'esprimere una certa preoccupazione per il futuro dei settori di rappresentanza, e non solo, sui quali non sembrano esserci progetti reali mirati a tentare una risposta alla crisi.
“Volevamo ascoltare concretezza e lungimiranza per superare la drammatica congiuntura negativa – attaccano Cristina Brunori, Maurizio Paradisi e Paolo Bifani presidenti locali rispettivamente di Confartigianato, Cna e Confcommercio –. Speravamo che i candidati si confrontassero su questo terreno e invece sono stati troppo generici e certamente non al passo con le problematiche dell’attualità. Il segnale che abbiamo ricevuto dalla politica è stato troppo flebile. A questo punto ne diamo noi uno forte alla politica. Artigiani e commercianti sono abituati a rimboccarsi le maniche e a sporcarsi le mani: ci aspettiamo anche voi politici facciate altrettanto”.