L'EMERGENZA FISCALE può derogare la NORMATIVA PRIVACY

 

Il 1° gennaio 2012 è la data che segna l'attacco sferrato con forza dallo Stato Italiano contro l'evasione fiscale; la finalità della battaglia è assunta ad un valore tale da legittimare il sacrificio di diversi diritti del cittadino, compreso quello codicistico della riservatezza.

 

L'Agenzia delle entrate possiede già l'armamentario necessario: oltre 2000 server in Roma e, per il back-up, diversi altri in Abruzzo, per una infrastruttura informatica capace di elaborare più di 22.000 operazioni al secondo.

 

Il sistema è già funzionante da tempo e raccoglie una gran massa di informazioni, per la sua connessione a varie banche dati (catasto, demanio, istituti assistenziali/previdenziali, servizi urbani di luce e gas, istituti di assicurazione) e per la possibilità di conoscere tutti i movimenti che richiedono l'utilizzo del codice fiscale o della partita IVA.

 

Con la Manovra Monti (D.L. n. 201/2011) il campo di rilevazione si estende ora anche ai conti correnti, all'acquisto di titoli, alle quote di fondi, cioè a quel mondo bancario al quale, in precedenza, l'accesso era possibile solo per approfondire posizioni già diversamente risultate sospette; ora le informazioni bancarie diventano esse stesse strumento di ricerca delle posizioni sospette.

 

Anche il Garante, in persona del Presidente Pizzetti, più o meno convinto, finisce per riconoscere un fondamento di liceità alla manovra, che permette all'Agenzia di raccogliere una quantità di informazioni che va ben oltre la necessità di un soggetto incaricato di un controllo a fini fiscali.

 

Per il Garante, dunque, lecitamente si attribuisce all'Agenzia il potere di comprimere le "garanzie individuali" della privacy per il "più alto interesse collettivo" al contrasto all'evasione fiscale in un momento di così profonda crisi economica; anche in un altro periodo (lotta al terrorismo) si ebbe una simile compressione che però, dopo positivo risultato, ebbe termine; come costituzionalista e come presidente del Garante della privacy, Pizzetti auspica che una volta terminata l'emergenza, che spera breve e di successo, si ritorni alla normalità e ad una forma meno invasiva di controllo.

 

Con tale orientamento il Garante si appresta a confrontarsi con il Direttore dell'Agenzia delle entrate, cui il decreto affida, senza alcuna limitazione, il compito di adottare il provvedimento attuativo del sistema di rilevazione; secondo il Garante il provvedimento dovrà quanto meno stabilire:

  • quali e quante informazioni trasmettere, oltre quelle di cui l'Agenzia è già in possesso;
  • è prevedibile un'indicazione selettiva e non la totalità dei movimenti (anche i 30 Euro pagati al supermercato con la carta di credito?);
  • l'invio delle informazioni da parte di tutte le filiali bancarie o solo a livello centralizzato;
  • le modalità di invio delle informazioni, criptate o con altre modalità di protezione;
  • le modalità e possibilità di accesso;
  • le misure di sicurezza, anche in relazione all'entità delle informazioni.

Ovviamente, fino a che il provvedimento non sarà emanato e attuato slitta la data del 1° gennaio 2012 stabilita dal decreto legge.

 

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