Le necessità delle imprese per sopravvivere

Dopo 12 assemblee elettive, la CNA ha raccolto testimonianze chiare e chiama all’ordine politica, istituzioni e banche

di OTELLO GREGORINI
Direttore CNA Provincia Ancona
 ANCONA – Siamo ormai nel pieno della nostra attività congressuale. Dopo l’avvio ufficiale della stagione dei congressi, avvenuto con l’evento pubblico del 29 aprile scorso a Fabriano, la macchina organizzativa della Cna provinciale di Ancona sta viaggiando a regime sostenuto per programmare nel migliore dei modi le assemblee elettive territoriali e settoriali. Ne abbiamo svolte dodici finora, quindi è un buon momento per tracciare un primo bilancio e trarre le prime valutazioni, ricordando che le assemblee sono un momento che si consuma anche come occasione di scambio di opinioni con la base associativa e tutto il mondo economico e sociale di riferimento.
Dalle varie discussioni pubbliche, è chiaramente emerso che il quadro economico è pesante, nonostante tutti gli sforzi messi in campo dalle imprese. Queste ultime comunque continuano a manifestare grande determinazione nel resistere in tutti i modi, ma il perdurare e l’appesantirsi della crisi da inizio anno ad oggi, comincia a mettere in luce conseguenze devastanti. Il nostro territorio ha sempre dimostrato grande tenuta e coesione, ma oggi si accusa forte tensione anche se per certi versi non ce ne rendiamo conto fino in fondo.
Il messaggio che emerge dalle nostre assemblee è univoco: servono interventi shock di grandissimo impatto economico e finanziario per fermare il declino e ripartire. E’ invece molto grave il fatto che al 16 giugno, ancora non si siano date certezze rispetto al non aumento dell’Iva ed è assai preoccupante che la questione del pagamento dei debiti della P.A. proceda così a rilento. Si dovrebbe intervenire subito anche sul costo del lavoro contenendo gli oneri a carico delle imprese e facendo in modo che aumenti il netto in busta per i dipendenti. Non possiamo considerare esaustivo l’intervento sulla cassa integrazione in deroga e quello sulla proroga al 31/12/2013 degli incentivi sulle ristrutturazioni e del bonus energia. Anche tutta la questione dell’Imu lascia perplessi quando non arrabbiati. Nel riordino complessivo che il Governo sta predisponendo, auspichiamo si manifesti tutta la dovuta attenzione verso i beni immobili che sono strumentali all’attività imprenditoriale.
Le nostre imprese sono molto preoccupate anche rispetto al tema del credito e più in generale del rapporto con le banche, sempre più teso. Noi non pensiamo che sia esclusivamente colpa del sistema bancario, ma non possiamo condividere una contrazione di erogazione così pesante. E’ giusto trovare nuove modalità di relazione tra banca e impresa diverse dal passato, così come è giusto guardare con tanta attenzione al merito del credito, ma la piccola impresa non può essere il soggetto che paga pegno per il modo con cui per decenni passati, si è concesso credito.
La morte di una piccola impresa è un contributo letale per la sorte del nostro Paese. E non ci resta tanto tempo per evitarla. Gli interventi di istituzioni e banche devono avvenire prima della pausa estiva. La grande volontà e determinazione delle imprese deve essere condivisa da altri che sono chiamati a fare la loro parte.

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