Le regole approvate o confermate nella Legge di Bilancio ci permettono di individuare quelle categorie di lavoratori che nel 2023 avranno diritto ad avviarsi al pensionamento. Esistono infatti diverse possibilità e opzioni che permettono di individuare numerose categorie di lavoratori prossimi alla pensione.
Pensione di vecchiaia
I nati nel 1956 raggiungeranno, nel corso dell’anno, i 67 anni di età e potranno lasciare il lavoro con la pensione di vecchiaia, dopo aver accumulato almeno 20 anni di contributi.
Pensione anticipata
Potranno usufruire della pensione anticipata, introdotta dalla riforma Fornero, gli uomini che hanno accumulato 42 anni e dieci mesi di contributi, e le donne con 41 anni e dieci mesi di contributi. La prestazione in parola è soggetta ad un meccanismo di differimento della decorrenza del primo rateo pari a 3 mesi dalla maturazione dei requisiti pensionistici (sia per il settore privato che per i lavoratori del settore pubblico).
Ape Social
La legge n. 197/2022 rinnova anche nel 2023 l’ape sociale per le categorie più deboli:
- disoccupati con esaurimento integrale dell’indennità di disoccupazione;
- invalidi civili almeno al 74%;
- caregivers;
- addetti ad attività particolarmente «difficoltose e rischiose».
L’età di accesso all’Ape social è 63 anni e almeno 30 anni di contributi, 36 se si svolgono lavori gravosi.
Quota 103
I nati nel 1961 raggiungono nel 2023 il requisito dell’età dei 62 anni per Quota 103, ma devono maturare 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023, se i requisiti sono raggiunti entro il 31 dicembre 2023.
Anticipo precoci
Potranno procedere al pensionamento, a prescindere dall’età anagrafica, coloro che hanno almeno 41 anni di contributi, e un anno di lavoro durante la minore età, e si trovino in una delle seguenti condizioni:
- disoccupati con esaurimento integrale dell’indennità di disoccupazione;
- invalidi almeno al 74%
- caregivers
- addetti ad attività particolarmente “difficoltose e rischiose”
- addetti a mansioni usuranti e notturni
Lavori usuranti
Gli addetti alle mansioni usuranti e notturni mantengono i requisiti ridotti di cui al Dlgs n. 67/2011: nel 2023 l’uscita può essere percorsa con 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi.
Opzione donna
Quella di Opzione Donna è la via percorribile verso il pensionamento per le lavoratrici che hanno compiuto 60 anni. Tuttavia, per alcune categorie di lavoratrici sarà valida l’uscita a 58 anni (per le dipendenti) e 59 anni (lavoratrici autonome):
- Caregiver che assistono, da almeno 6 mesi, persone disabili conviventi con handicap in situazione di gravità ex legge 104 1992;
- lavoratrici con disabilità pari o oltre il 74%;
- licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero.
Un altro criterio da tenere in considerazione è l’avere figli. Per le lavoratrici madri, infatti, l’età minima del pensionamento viene anticipata di 1 anno per ogni figlio, fino a un massimo di due, quindi:
- per le lavoratrici con un figlio l’età si abbassa a 59 anni;
- 58 anni per chi ha avuto due o più figli.
Possono accedere alla pensione anticipata con Opzione donna le lavoratrici che abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2022, un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni. Tale requisito prevede una finestra mobile di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti, e di 18 mesi per le autonome.
Per avere maggiori informazioni e ricevere supporto fissa un appuntamento con l’ufficio del patronato nella sede più vicina a te.