In giurisprudenza esiste un concetto denominato “diligenza del buon padre di famiglia”. Esso si riferisce ad un comportamento umano ispirato alla cura, alla solerzia, alla cautela, ad un complesso di caratteristiche positive ed adeguate al fine che si vorrebbe raggiungere.
Nell’Italia di oggi ci sembra che questo concetto giuridico si sia perso, che il nostro paese non abbia più quei “padri” che diligentemente e con senso di responsabilità “tirano la carretta” per la propria famiglia.
La nostra unione, la CNA Alimentare della provincia di Ancona, ha più volte lanciato l’allarme per una difficile crisi economica ben lungi dall’essere superata. La congiuntura attuale vede anzi un aggravamento e le notizie recenti di revisione del rating del sistema paese (amministrazione centrale, enti pubblici, banche e di alcune delle più importanti aziende italiane a partecipazione statale) da parte di Moody’s sono campanelli d’allarme che non possono essere più sottovalutati.
Le ultime due presidenze della nostra unione hanno avuto come punto principale di discussione l’attuale contesto economico locale e nazionale, rilevando una difficoltà del settore dovuto principalmente ad una domanda interna sempre più asfittica e ad una assenza di liquidità che a catena sta mettendo in crisi la filiera (il non pagamento di un cliente porta al non pagamento di un fornitore e giù nella catena produttiva).
Come gruppo dirigente del settore alimentare sentiamo la necessità di una nuova politica, più trasparente, più capace, in linea con le esigenze del paese. E’ impensabile, infatti, uscire da questa crisi senza una risposta di paese, ed in primis questa risposta deve venire dalla politica.
E’ urgente che vi sia una forte attenzione alle priorità, l’agenda politica deve essere sintonizzata sulle questioni vere: le imprese, il lavoro, i redditi. Sono queste le parole d’ordine che la politica deve mettere in cima alle proprie priorità.
In secondo luogo vi è la necessità di una pubblica amministrazione più efficiente, più capace, attenta al merito. Occorrono “strumenti di misurazione dell’efficacia” dei provvedimenti che si mettono in campo. Occorrono funzionari e dirigenti preparati con curriculum ed esperienze che non siano solo quelle delle segreterie dei partiti, degli equilibri territoriali o dell’appartenenza a questa o quella corrente.
La lista sarebbe lunga… un nuovo patto economico – sociale che liberi le energie positive del paese e non ingabbi le imprese, una riforma della burocrazia, la revisione degli ordini anche quelli intoccabili, una normativa ad hoc per le PMI che le liberi da alcune incombenze spesso assurde, un sistema del credito più incentrato sui progetti che sulle garanzie personali degli imprenditori, una riforma del fisco ormai inderogabile. Potremmo continuare, ma sostanzialmente ritorniamo a quel principio del “buon padre di famiglia” che dovrebbe ispirare chi oggi ha pesanti responsabilità di governo locale, regionale e soprattutto nazionale.
Le nostre storie imprenditoriali sono spesso legate ai nostri padri: basti pensare alle tante storie fondate su nomi antichi e recenti di padri che hanno costruito sul loro nome le loro imprese. Pensare al proprio vitalizio o a come portare a casa uno stipendio per i propri cari mentre il paese va a fuoco è miope e irresponsabile. Oggi ci servono buoni padri che ritrovino l’amore per il proprio paese.
A nome del gruppo dirigente della CNA Alimentare della Provincia di Ancona
Il presidente della CNA Alimentare
Francesca Petrini