I politici tornino ad essere veri statisti al servizio del Paese

Le piccole imprese non sono solo un mezzo di propaganda elettorale, vanno sostenute seriamente
Ora più che mai abbiamo bisogno di essere ascoltati: ‘fare politica’ significa ‘mettersi al servizio della società’

di MARCO TIRANTI
Presidente CNA Provincia Ancona

ANCONA – Come noto stiamo vivendo la più grande crisi economica del secondo dopoguerra, senza che ancora si vedano chiari segnali di ripresa. Nella sola provincia di Ancona, dove resistono quasi 40mila imprese con meno di 20 addetti, nel 2012 sono cessate 1.022 imprese (la tenacia degli imprenditori artigiani anche di fronte alle avversità più serie si evince però dal fatto che quasi altrettante hanno aperto, dando un saldo negativo di “sole” 90 unità).
Il mondo dell’artigianato e delle piccole e medie imprese non va sottovalutato, non va vessato, va sostenuto, se vogliamo vedere la fine di questa crisi.
Per questo nei giorni scorsi abbiamo aderito alla giornata di mobilitazione nazionale indetta da Rete Imprese Italia, portando nell’evento svoltosi alla Loggia dei Mercanti di Ancona, il nostro contributo di fronte ai candidati per sensibilizzare la politica ad attuare scelte in grado di garantire una ripresa.
In particolare, abbiamo chiesto di riportare la politica alla sua giusta dimensione. Non è più tempo di parole tenere per spiegare questo concetto: da troppo tempo il “fare politica” viene scambiato per il “fare i propri comodi” (o quelli degli amici). “Fare politica”, per noi, significa “mettersi al servizio della società” tutelandone i diritti.
Il comportamento scandaloso di molti politici, al quale abbiamo assistito in questi ultimi tempi, ha disgustato profondamente l’elettorato, che conseguentemente si sta allontanando dal dibattito politico, alimentando falsi ideali o facili proteste dannose per la democrazia.
Disoccupazione, mancanza di reddito, scarsa integrazione sociale, criminalità legata alla politica, disuguaglianza tra chi morde la cinghia per tirare avanti e chi spreca soldi pubblici per motivi personali, sono elementi di pericolo: è giunto il momento di cambiare, di una nuova moralità, se si intende scongiurare lo scontro sociale.
Per questo auspichiamo un cambiamento, un forte e chiaro impegno morale di tutti quei candidati che entreranno in Parlamento, ai quali chiediamo: fate la vera politica.
Siamo stanchi di elemosinare ciò che ci è dovuto, sappiamo tutti che l’economia del nostro Paese è trainata dalle pmi, ma questo è concetto che sembra essere preso in considerazione soltanto durante le campagne elettorali, dopodiché si prosegue nel tutelare solo gli interessi dei grandi gruppi. L’esempio più eclatante è quello del settore dell’industria dell’automobile che, negli anni, attraverso vari finanziamenti governativi, è stato messo tutto in mano ad una famiglia, creando un monopolio dannoso per l’economia: un’azienda privata che ha assorbito ingenti risorse pubbliche per fare il proprio interesse.
Chi governa il Paese deve compiere politiche che sviluppino l’economia di tutta la società, non soltanto di alcune aziende, o gruppi di interessi, o peggio ancora del sistema bancario, il quale dovrebbe essere continuamente controllato nella sua gestione.
Ciò che vogliamo è che con la prossima legislatura, finalmente l’Italia torni ad essere una grande nazione, così da poter essere orgogliosi di chi ci governa.
Ecco perché ai politici chiediamo senza peli sulla lingua un grande impegno in Parlamento, il coraggio di proporre strade magari impopolari ma necessarie per la crescita del Paese, l’audacia nello scegliere di tagliare le spese inutili.
Vi chiediamo di essere dei veri statisti, non dei semplici politici al servizio di qualcuno.

 

 

 

 

 

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