Autotrasportatori marchigiani, la concorrenza viene dall’Est europa. E non è per niente leale.
“Insieme ai sindacati dei lavoratori ed alle altre associazioni dell’autotrasporto marchigiano abbiamo denunciato più volte – afferma il presidente Cna Fita Marche Olindo Brega – i fenomeni distorsivi del mercato del lavoro nel nostro settore. In particolare la presenza di veicoli con targa straniera che dovrebbero fare solo tre viaggi nel territorio italiano per poi rientrare nel Paese di provenienza, e che invece restano qui, continuando a lavorare indisturbati per mesi. Per non parlare dell’utilizzo di autisti assunti tramite agenzie interinali dell’est Europa, messi alla guida di veicoli italiani”.
Nei mesi scorsi le delegazioni composte dai rappresentanti delle imprese di trasporto artigiane di Confartigianato e Cna, unitamente ai rappresentanti di Filt- Fit e Uil trasporti hanno incontrato i Prefetti marchigiani per chiedere azioni di contrasto e di blocco a questi fenomeni che arrecano gravi danni alle imprese di trasporto ed all’economia della nostra regione. Dal mese di luglio con l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea si è inserito un altro competitore che confina con la nostra regione e sono aumentati esponenzialmente i veicoli con targa Croata che circolano sull’A14 in direzione nord, facendo cabotaggio ed aumentando le difficoltà degli autotrasportatori marchigiani.
Nel 2013, secondo la Cna Fita Marche, il 66% delle 3.179 imprese artigiane dell’autotrasporto marchigiano, ha visto ridursi attività e fatturato mentre per 70 autotrasportatori su 100 sono aumentati i costi e soltanto il 3% delle imprese ha realizzato investimenti. Negli ultimi cinque anni, l’autotrasporto marchigiano ha perso 451 imprese ed oltre 2 mila occupati.
“La gravità della situazione – precisa Brega – ci ha spinto a chiedere al Governo italiano di attivarsi nei confronti dell’Unione Europea per far scattare una clausola di salvaguardia che porti al blocco per sei mesi del cabotaggio da parte dei vettori stranieri sul nostro territorio, con la possibilità di reiterare il provvedimento per altri sei mesi. Una richiesta certamente forte ma capace di rappresentare a Bruxelles il livello di sofferenza insopportabile accumulato dai nostri operatori ormai incapaci di sostenere questa concorrenza selvaggia”.
Una proposta che non è stata condivisa dalle altre associazioni nazionale dell’autotrasporto artigiano né dai sindacati dei lavoratori. La Cna Fita denuncia la retromarcia dei firmatari dell’accordo contenuto nel protocollo artigiano rispetto alla richiesta al Governo di attivare la clausola di salvaguardia per contrastare la concorrenza selvaggia dei vettore dell’est Europa.
La proposta avanzata, dopo alcune ore di serrato confronto, dalle altre associaizioni artigiane e dai sindacati dei lavoratori è riassumibile in questi punti: apertura dell’ennesimo tavolo di crisi presso il Ministero dei Trasporti, aumento dei controlli dotando le forze dell’ordine di Pos elettronici per far pagare seduta stante i trasgressori e, come ultima perla, l’inversione dell’onere della prova a carico dell’autista.
“Già immagino – conclude Brega – le poche pattuglie della Polstrada indaffarate a spiegarsi con gli autisti stranieri fermati per l’onere della prova, mentre, di lato, sfrecciano indisturbati altre centinaia di Tir esteri. Chi fa queste proposte fa finta di non conoscere l’entità del fenomeno a cui urge porre rimedio, in attesa che l’Unione
Europea si decida a risolvere la questione su scala continentale, armonizzando le condizioni operative delle imprese sul costo del lavoro, sul gasolio professionale e la sua tassazione”.