A Fabriano la crisi sta decimando le imprese più piccole

FABRIANO –  In questi giorni i mass media locali hanno sottolineato come le grandi aziende del territorio di Fabriano hanno raggiunto risultati lusinghieri per utili e fatturato durante il corso del 2012.
Questi dati ci fanno piacere, ma stridono in maniera evidente con la situazione che viviamo nel nostro territorio dove le imprese più piccole sono decimate dalla crisi e dalla delocalizzazione e ad oggi non riusciamo ad intravedere segni di ripresa, anzi dopo una delle crisi più lunghe ed impattanti degli ultimi 20 anni ci troviamo proprio in questo inizio d’anno di fronte alla situazione più dura ed emergenziale della crisi.
I dati raccolti ed analizzati dalla CNA di Fabriano ci confermano quanto sia stato pesante il 2012 per le nostre imprese, il segno meno è stato rafforzato per molti settori che da anni arretrano pesantemente, edilizia, autotrasporto meccanica ma anche ristorazione e commercio hanno risentito inevitabilmente di perdita del potere d’acquisto delle famiglie che si è fatto sentire in termini negativi sugli esercizi commerciali.
Tanto per fornire dei riscontri oggettivi il manifatturiero tra nuove imprese e cessazioni chiude con un – 24 posizioni, le costruzioni non fanno meglio con un – 11 e lo stesso fa registrare il settore dell’autotrasporto, ma anche i servizi di alloggio e ristorazione registrano un saldo di –15 attività.
Se ci soffermiamo sul tasso di sviluppo ci accorgiamo che paragonando la situazione dell’area di Fabriano con quella della provincia di Ancona abbiamo i seguenti dati: attività manifatturiere – 4,13 % contro un – 2,70 della provincia di Ancona, le industrie tessili addirittura fanno registrare un – 20,00 % contro un – 3,20 a livello provinciale, un dato emblematico che riguarda il brand che ci è riconosciuto a livello internazionale ovvero la carta anche qui  annotiamo un – 9,09 contro il dato provinciale – 4,29, potrei continuare con altri numeri e percentuali ma il quadro generale non fa altro che confermare quanto sopra riportato.
E’ evidente tornando all’apertura che il conto della crisi è stato pagato dal mondo della piccola impresa artigiana e commerciale, che non ha la possibilità di intercettare la domanda estera che oggi non ha le forze e le risorse dopo un quinquennio di crisi di poter investire ed intercettare le risorse che stanno dentro l’accordo di programma, insomma la situazione è molto difficile con l’aggravante che i giovani preferiscono andare altrove a cercare fortuna, da terra che accoglieva manodopera la nostra area è diventata terra d’immigrazione.
Voglio ricordare alle maggiori imprese che anche in un mercato globalizzato si possono fare scelte coraggiose e di rispetto nei confronti di un territorio che tanto ha dato allo sviluppo di questi grandi gruppi che oggi a differenza dei molti, possono con piacere registrare performance positive in termini di bilancio e di crescita.
Visto che le elezioni politiche sono alle porte come associazione ci auguriamo e chiediamo che per creare lavoro in Italia oltre ad avere una tassazione ai livelli degli altri paesi competitori, una burocrazia snella ed efficiente infrastrutture adeguate, occorre una strenua difesa del Made in Italy e gli incentivi di stato debbono andare in favore di chi con coraggio opera e produce entro i confini nazionali e non un euro dovrà essere corrisposto a chi invece anche legittimamente sceglie la via della delocalizzaione a scapito della produzione e della ricchezza nazionale, i dati sulla disoccupazione sono allarmanti.
Chiudo con un esempio positivo la scorsa settimana una grande azienda tedesca che opera nel settore delle certificazioni aziendali ha scelto Fabriano come unica sede presente in Italia, questo ci gratifica e ci segnala un fatto che a Fabriano si può ancora investire e produrre con successo.
CNA ZONA FABRIANO 
 

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